Un Maestro d'arte riconoscibile tra mille.
Sereno, saggio, sincero.
Esplicito e lineare nel mostrare i suoi giochi costruiti sulla storia essenziale dell'uomo.
Ogni idea affonda la sua punta nel passare del tempo, nel frutto maturato dall'esperienza, in una sensazione suggerita dalla costanza.
Un contesto reale sembra occupare ogni angolo delle sue tele, ma da esso astrae delicatamente per preferire un racconto aneddotico fatto di immagini sovrapposte.
Stravolge il fugace e si affaccia ad un mondo nuovo dove svanisce la fusione spaziale tra paesaggio e figure.
Ricordi e citazioni si fondono in una folle corsa, in una lenta danza, in una ricercata allegoria.
I bimbi hanno sempre preferito gli oggetti seri dei grandi. Hanno facilmente distolto la loro attenzione dagli inutili regali di ogni giorno per cogliere nel vecchio orologio dei padri un gioco che li raccoglie, un passato nel quale hanno già vissuto. Un pianoforte, una bici. Hanno imparato ad apprezzare nel profondo ogni oggetto sconosciuto, attratti da una forza silenziosa e inspiegabile.
Ricercare questa dolce trascendenza delle cose e sottolinearne la sottile e impalpabile correlazione con la mente dei bimbi è il piacere di Enrico Benaglia.
Vedere con gli occhi dei piccoli tutto quanto appartiene al mondo dei grandi.
Svelare le situazioni surreali che viviamo nel realismo sconcertante di tutti i giorni; spiegare che non possiamo restare legati all'apparenza per tralasciare l'intimo della nostra anima ...
è dal suo primo giorno d'arte la missione di Enrico Benaglia.
Francesco Zero